Come testimoniano alcuni
scritti dell'epoca romana di Plinio il Vecchio e Tibullo, il vino
pugliese era già conosciuto dagli Antichi Romani e veniva esaltato
per colore, aroma e sapore.
Con la colonizzazione greca
le tecniche di coltivazione ebbero un notevole sviluppo e la Puglia
visse un lunghissimo periodo di splendore dal punto di vista vitivinicolo.
Purtroppo nel periodo post-fillossero,
all'inizio del '900, la ricostruzione degli impianti e le tecniche
di vinificazione erano rivolte ad una produzione concentrata sulla
quantità piuttosto che sulla qualità.
La Puglia, finestra sull'Asia
e sull'Africa, con il suo clima mediterraneo, caldo, ventilato
e scarsamente piovoso (a volte troppo, tanto da costringere a
seri provvedimenti), è una delle quattro regioni italiane con
la più alta produzione di vino oltre che di uva da tavola. Il
suo destino però sembrava essere relegato a grande serbatoio italiano,
visto che per molto tempo arricchiva cantine del nord-Italia che
necessitavano di vino sfuso apportatore di grado alcolico e colore.
Oggi, grazie a coraggiosi produttori che hanno saputo investire
ed apportare giusti cambiamenti nelle tecnologie, sia in vigna
che in cantina, assistiamo ad un innalzamento della qualità del
vino pugliese.
Con l'esaltazione di vitigni
autoctoni come il Primitivo,
il Negroamaro,
l'Uva di Troia, la Malvasia
nera, il Bombino
bianco e il Bombino
nero possiamo assaporare vini di buona levatura frutto
di lavoro atto a rivalutare prodotti tipici di questa terra calda,
solare e generosa.
Oltre a vitigni internazionali
di nuovo impianto, troviamo: nella zona nord Montepulciano,
Uva di Troia, Bombino
bianco, Bombino nero; scendendo
incontriamo Bianco
d'Alessano e Verdeca;
nella penisola Salentina sono più diffusi Malvasia
nera e Negroamaro,
dal quale si ricava uno dei vini rosati italiani più interessanti.
Il Primitivo
di Manduria ha una caratteristica insita nel nome,
è un vitigno fortemente anticipato nella maturazione e quindi
si ottiene un vino già pronto quando gli altri stanno ancora vendemmiando.
Qualcuno riconduce questo vitigno allo Zinfandel
californiano, ma non è possibile stabilire se in California sono
state piantate barbatelle di Primitivo esportate dagli emigranti
a fine '800 oppure se ci sia semplicemente una stretta parentela
tra i due vitigni (molto morbidi e carichi di colore).
Il vitigno Negroamaro
deve il suo nome per la radice negro ai monaci benedettini
che lo utilizzavano per la notevole concentrazione di colore.
Il termine amaro si deve invece al fatto che in epoche
passate la macerazione sulle bucce era molto prolungata e al termine
della fermentazione erano state rilasciate molte sostanze amaricanti.
Ma guardiamo più da vicino le 25 DOC riconosciute alla regione
Puglia:
Aleatico di Puglia
DOC dal 1973 che copre l'intera regione di Puglia.
Prodotto con l'omonimo vitigno attraverso l'appassimento delle uve,
nelle tipologie dolce naturale, liquoroso dolce
naturale con invecchiamento di 2 anni, e riserva con invecchiamento
di 3 anni.
Oltre all'Aleatico sono compresi
i vitigni: Malvasia nera, Negroamaro
e Primitivo.
Ottimo a fine pasto con la tipica pasticceria pugliese, o come vino
da meditazione.
Alezio
DOC dal 1983 che ricopre il territorio in provincia
di Lecce dei comuni di Alezio, Sannicola e parte di Galatina e Tuglie.
Il vino viene prodotto nelle tipologie: rosato, rosso e riserva
(con invecchiamento di 2 anni) con i vitigni: Negroamaro
(80%), il restante con Malvasia Nera di
Lecce, Sangiovese e Montepulciano
in percentuali variabili.
L'abbinamento del rosso è consigliato con paste al ragù e carni bianche, il riserva con arrosti e capretto al forno; mentre il rosato, più leggero, è consigliato con uova e salumi.
Brindisi
DOC dal 1979 che ricopre il territorio di Brindisi
e Mesagne.
Il vino viene prodotto nelle versioni rosato, rosso e rosso
riserva (invecchiamento 2 anni) con uve: Negroamaro
(70%), il restante composto da Malvasia
nera di Brindisi, Sussumaniello,
Montepulciano e Sangiovese
che però non può superare il 10%.
Il rosso, che presenta un retrogusto un po' amarognolo, è consigliato
con carni bianche e formaggi stagionati; il "riserva" con arrosti
e formaggi più forti; il rosato con minestre e formaggi freschi.
Cacc'e' mmitte di Lucera
DOC dal 1975 che ricopre i comuni in provincia
di Foggia: Lucera, Troia e Biccari.
Il vino viene prodotto nella versione rosso con uve
di Uva di Troia (35-60%), con aggiunta
di Sangiovese e Malvasia nera di Brindisi
(25-35%) e per il resto Trebbiano Toscano,
Malvasia del Chianti e Bombino
Bianco.
Questa è una DOC particolare che nel suo nome racchiude la tecnica
di produzione. Infatti questo vino, da bere giovane, viene fatto
in maniera artigianale utilizzando i "palmenti", che sono
dei fabbricati dove avviene la vinificazione. Con i criteri del
frantoio, ogni produttore porta le sue uve e aspetta il suo turno
per la vinificazione, senza però interrompere il ciclo di produzione.
Castel del Monte
DOC riconosciuta dal 1971, legata al personaggio
storico Federico II di Svevia. Comprende il territorio del comune
di Minervino Murge e parte dei comuni di Andria, Corato, Trani,
Ruvo, Terlizzi, Bitonto, Paolo del Colle e Toritto.
Molte sono le tipologie che rientrano sotto questa DOC e i vitigni che le caratterizzano sono: Pampanuto, Chardonnay, Sauvignon, Bombino Bianco, Bombino Nero, Pinot nero, Aglianico, Uva di Troia.
Copertino
DOC dal '76 che ricopre la zona in provincia di
Lecce, dei comuni di Copertino, Arnesano, Carmiano, Monteroni e
parte del territorio di Galatina e Lequile.
Il vino viene prodotto nelle versioni rosato, rosso e rosso
riserva (invecchiamento di 2 anni) con uve: Negroamaro
(70-100%9) con possibilità di inserimento di Malvasia
nera di Brindisi e Lecce, Montepulciano
e Sangiovese che può contribuire
per un max di 15%.
Per quanto riguarda l'abbinamento, il rosato è consigliato con formaggi
freschi, funghi e pesce magro in umido, mentre la versione rosso
con formaggi stagionati, minestre asciutte e carni bianche.
Galatina
La più giovane della Puglia, è la DOC riconosciuta
nel 1997, comprendente il territorio in provincia di Lecce, nei
comuni di Galatina, Aradeo, Seclì, Cutrofiano, Neviano, Collepasso
e Sogliano Cavour.
Viene prodotto nelle tipologie: bianco secco e frizzante
con lo Chardonnay; rosato, rosato
frizzante, rosso e rosso novello con Negroamaro
per il 65% e altri vitigni raccomandati e autorizzati nella provincia
di Lecce.
Il Galatina Negroamaro fatto con l'85% del vitigno omonimo e invecchiato per 2 anni, si fregia dell'appellativo "riserva".
Gioia del Colle
DOC dal 1987 che ricopre il territorio di Gioia
del Colle in provincia di Bari e una vasta area comprendente numerosi
comuni nella parte centrale della provincia.
Ne esistono diverse versioni: bianco, con uve di Trebbiano
Toscano (50-70%); rosso e rosato con uve Primitivo
(50-60%), Malvasia Nera, Montepulciano,
Sangiovese e Negroamaro;
rosso riserva con uve Primitivo in
purezza e invecchiamento di 2 anni; aleatico con Aleatico
all'85% più Primitivo, Malvasia
nera, Negroamaro, che si fregia
dell'appellativo "riserva" se invecchiato 2 anni.
Diffuso in questa zona è anche lo Zinfandel che presenta molte somiglianze con il Primitivo.
Gravina
DOC dal 1983 che ricopre i comuni di Gravina,
Poggiorsini e parte dei comuni di Spinazzola e Altamura.
E' una DOC bianca che utilizza uve Malvasia del Chianti
(40-60%), Greco di Tufo e Bianco d'Alessano (35-60%) con possibilità
di inserimento di Trebbiano Toscano, Bombino Bianco e Verdeca. Se
ne produce anche una versione "spumante".
Particolarità di questo territorio è il terreno ciottoloso, ricco di scheletro, simile a quello della zona Grave in Friuli.
Leverano
DOC dal 1979 che ricopre il comune di Leverano
in provincia di Lecce e parte dei comuni di Arnesano e Copertino.
Le tipologie sono: bianco, anche vendemmia tardiva, con Malvasia bianca con possibilità di inserimento di Bombino Bianco; rosato e rosso con vitigno Negroamaro (65-100%) e Malvasia nera di Lecce, Sangiovese, Montepulciano e Malvasia bianca non superiore al 10%. Per la versione rosso "riserva" occorre un invecchiamento di minimo 2 anni.
Lizzano
DOC accordata nel 1988 che ricopre il territorio
in provincia di Taranto dei comuni di Lizzano e Faggiano.
La versione bianca è prodotta con Trebbiano
toscano (40-60%), Chardonnay,
Pinot bianco, Malvasia
bianca lunga, Sauvignon
e Bianco d'Alessano. Ed è abbinabile
con formaggi teneri, uova e zuppe leggere bianche e di pesce.
Le versioni rosato, rosso e superiore
comprendono, in percentuali variabili, i vitigni: Negroamaro,
Montepulciano, Sangiovese,
Pinot nero, Bombino
nero, Malvasia nera di Lecce.
Il Lizzano Malvasia nera, nella versione anche "superiore", richiede l'impiego di Malvasia nera di Brindisi e/o Malvasia di Lecce per almeno l'85%, ed è consigliato con formaggi affumicati e carni al forno.
Locorotondo
DOC dal 1969 che ricopre il territorio in provincia
di Brindisi dei comuni di Locorotondo, Cisternino e alcune zone
del comune di Fassano.
Rappresenta il vino bianco più bevuto della Puglia
e facilmente reperibile anche in altre regioni; viene prodotto con
Verdeca per 50-65% , Bianco
d'Alessano per 35-50% e possono concorrere Fiano,
Bombino e Malvasia
Toscana. Anche nella versione spumante.
Viene abbinato a primi piatti leggeri e formaggi teneri e delicati.
Martina Franca o Martina
DOC dal 1969 che ricopre i comuni di Martina Franca,
Alberobello e parte di Ostuni e Ceglie Messapica.
Prodotto anche nella versione spumante, è un vino bianco proveniente da Verdeca (50-65%), Bianco d'Alessano (30-50%) e minime percentuali di Fiano, Bombino e Malvasia Toscana.
Matino
DOC nata nel 1971 nella penisola Salentina, la
più orientale d'Italia. Ricopre il comune di Matino e parte dei
comuni di Gallipoli, Parabita, Alezio, Tuglie, Taviano e Casarano.
Si producono le versioni rosato e rosso con Negroamaro, con possibilità di inserimento di Malvasia nera e Sangiovese.
Moscato di Trani
DOC riconosciuta nel 1974 relativa al comune di
Trani e una vasta aera attorno alla provincia di Bari e Foggia.
E' un vino bianco dolce naturale, anche liquoroso, prodotto con leggero appassimento in vigna e blocco della fermentazione, delle uve Moscato bianco (localmente chiamato Moscato di Trani o Moscato Reale) che si sposa bene con la pasticceria locale, specialmente quella secca con mandorle.
Nardò
DOC dal 1987 comprendente i comuni di Nardò e
Porto Cesareo in provincia di Lecce.
Nelle versioni rosato, rosso, anche riserva se invecchiato per più di 2 anni, viene prodotto con uve di Negroamaro per l'80% e possono concorrere anche Malvasia nera di Brindisi, Malvasia nera di Lecce e Montepulciano.
Orta Nova
DOC riconosciuta dal 1984 che ricopre il territorio
in provincia di Foggia, dei comuni di Orta Nova, Ordona e parte
di Ascoli Satriano, Manfredonia e Carapelle.
Vino rosato e rosso prodotto con Sangiovese al 60% e il rimanente con Uva di Troia, Montepulciano, Lambrusco Maestri, e Trebbiano toscano.
Ostuni
DOC dal 1972 che ricopre il territorio in provincia
di Brindisi, dei comuni di Ostuni, Carovigno, S.Michele Salentino,
San Vito dei Normanni.
Esistono due tipologie: l'Ostuni bianco prodotto con Impigno (50-85%), Francavilla (15-50%), e possono concorrere Bianco d'Alessano e Verdeca; l'Ostuni Ottavianello rosato, prodotto con Ottavianello (85-100%) con possibilità di inserimento di Negroamaro, Sussumaniello, Notardomenico.
Primitivo di Manduria
DOC riconosciuta dal 1974 che ricopre numerosi
comuni di provincia di Taranto e alcuni in provincia di Brindisi.
Il vino ottenuto con Primitivo al 100%, è prodotto nelle versioni: rosso, dolce naturale, dolce naturale liquoroso e liquoroso secco.
Rosso Barletta
DOC dal 1977 che ricopre il territorio dei comuni
di Barletta, Trinitapoli, San Ferdinando e parte di Adria e Trani.
Il vino è rosso prodotto con Uva
di Troia (70-100%) e Montepulciano,
Sangiovese e Malbek
quest'ultimo nella misura non superiore del 10%. Può avere la menzione
"invecchiato" se ha più di 2 anni e ha passato un anno in botte.
Accompagna bene primi piatti al ragù e carni rosse.
Rosso Canosa
DOC dal 1979 che ricopre il comune di Canosa di
Puglia in provincia di Bari.
E' preparato nella tipologia rosso con Uva di Troia (65%), Montepulciano e Sangiovese. Se invecchiato per più di 2 anni, di cui uno in legno, ha la menzione "riserva".
Rosso Cerignola
DOC dal 1974 dei comuni di Cerignola, Stornara
e Stornarella in provincia di Foggia.
Prodotto nella versione rosso con Uva di Troia (55%), Negroamaro (15-30%), Sangiovese, Barbera, Montepulciano, Malbek e Trebbiano toscano. Ha la dicitura "riserva" se invecchiato 2 anni in botti di legno.
Salice Salentino
DOC riconosciuta nel 1976 che ricopre l'intero
territorio dei comuni, in provincia di Lecce, di Salice Salentino,
Veglie e Guagnano e, in provincia di Brindisi, di San Donaci e San
Pancrazio Salentino.
Sono previste sei tipologie:
- bianco (Chardonnay),
- Pinot bianco anche spumante (Pinot
bianco, Chardonnay e Sauvignon),
- Rosato e rosso anche riserva
se invecchiato per più di 2 anni (Negroamaro,
Malvasia nera di Brindisi, Malvasia
nera di Lecce) ,
- Aleatico dolce e liquoroso (Aleatico, Negroamaro, Malvasia nera, Primitivo).
San Severo
DOC riconosciuta nel 1968 relativo all'intero
territorio di San Severo, Torrenaggiore e San Paolo Cividade in
provincia di Foggia.
Prodotto nelle tipologie:
- bianco anche spumante con Bombino
bianco (40-60%), Trebbiano toscano
(40-60%), con possibilità di inserimento di Malvasia
bianca e Verdeca.
- Rosato e rosso con Montepulciano d'Abruzzo (70-100%) e Sangiovese (30%).
Squinzano
DOC riconosciuta dal 1976 che copre il territorio
in provincia di Lecce relativo ai comuni di Squinzano, Torchiarolo,
Novoli San Pietro Vernotico e parte dei comuni di Cellino San Marco,
Trepuzzi, Campi Salentina e Surbo.
E' prodotto nelle versioni rosato, rosso
e rosso riserva se invecchiato 2 anni di cui 6 mesi
in botti di legno.
Le uve di provenienza sono: Negroamaro
(70-100%), Malvasia di Brindisi e Lecce
(30%), Sangiovese (15%).
Si accompagna a zuppe di pesce, frittate e formaggi mediamente stagionati.
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